giovedì 1 giugno 2017

Amici di lettura

Bambini che leggono le storie ai grandi

“Amico di lettura” è un progetto in fase di sperimentazione da alcuni mesi presso l’Arsenale della Pace, con l’obiettivo di aiutare un gruppo di 15 bambini a non correre via per la disperazione e per la paura ogni volta che si trovano davanti ad un testo scritto. Il progetto originario, “The better reading partnership”, era stato ideato e attivato con successo in Inghilterra già alla fine degli anni ‘90, a Bradford, in un contesto multiculturale, molto simile a quello di Porta Palazzo, il quartiere dove ogni giorno il Sermig apre la sua porte a tanti bambini, cercando di essere il posto dove possano incontrare gli aiuti giusti per fare avverare i loro sogni.
“Amico di lettura” è arrivato in Italia, grazie ad un pedagogista tedesco, Klaus Conrad, che dopo aver conosciuto ed osservato i bambini dell’Arsenale, ha pensato che potesse essere la cura giusta per molti dei loro problemi, mettendo gratuitamente a disposizione tempo, esperienza e competenze perché il progetto potesse partire. La prima fase è stata dedicata alla formazione dei volontari: 2 giorni di full-immersion, per permettere anche a chi non ha conoscenze specifiche di distinguere i processi di sviluppo delle competenze di letto-scrittura nelle diverse fasi dell’apprendimento, categorizzare i libri in base al livello di difficoltà per saper scegliere il testo giusto per ogni bambino e imparare come affiancare ai bambini, con un approccio che non fosse mai giudicante, ma sempre incoraggiante, per riuscire ad accendere nel bambino il piacere per la lettura.
Ogni sessione è un capovolgimento totale degli ruoli: c’è un libro di favole, filastrocche, dinosauri o pirati, un bambino che legge e un adulto che ascolta. Uno a fianco all’altro, come due compagni che hanno lo stesso obiettivo da raggiungere. Insieme, anche se a leggere è sempre solo e soltanto il bambino. Possono leggere un libro, come un pacco di pasta, uno scontrino, un elenco telefonico, un dentifricio o le istruzioni di un gioco, perché in tutto quello che ci circonda, c’è almeno una piccola parte di testo scritto.  I bambini che partecipano al progetto provengono da un tessuto sociale particolarmente fragile, con difficoltà affettive, familiari ed ambientali che amplificano il ritardo nell'apprendimento. Anche per questo motivo, rispetto al progetto originario, la durata di ogni sessione è stata raddoppiata: 30 minuti, dove non esistono altro che un bambino, i 3 testi programmati e il suo amico di lettura.
Spesso è necessario un tempo per stabilire il contatto con il bambino: accogliere il suo stato d’animo, il suo vissuto in quel momento della giornata, assicurargli che è più importante del libro che dovranno leggere, fargli sentire che quello spazio è soltanto suo e di nessun'altro, che ci sono occhi e orecchie tutte per lui come magari non gli succede mai, che è bello poterlo ascoltare, stupirsi e gioire insieme per quanto stia diventando bravo. È importante che il primo testo di ogni sessione, sia facile per il bambino, permettendogli di acquisire autostima e sicurezza, riducendo l’ansia e la paura, aiutandolo a sperimentarsi come un lettore competente e bravo. Non si legge soltanto, ma si ragiona con il bambino sul libro nella sua globalità, si verifica la comprensione, si spiega il significato delle parole sconosciute. Il progetto funziona se il bambino si accende, se è contento di avere un libro tra le mani, se entra nel flow, nel flusso.
Tra i volontari coinvolti ci sono anche due studentesse in tirocinio, una dalla Facoltà di Psicologia dell'Università degli Studi di Aosta e una dalla Scuola di Gestalt Counseling di Torino, che possono sperimentarsi nella relazione d’aiuto con un bambino in uno dei momenti più delicati del suo percorso di crescita. Settimanalmente viene fatta una verifica in corso su un piccolo pezzo di testo (running report), per individuare la percentuale e la tipologia di errori, con l’obiettivo di valutare il libro più che il bambino e di poter scegliere un testo adeguato per la sessione successiva: per essere nel giusto livello di apprendimento, la percentuale di parole giuste deve essere tra il 90 e il 95%. Partecipano al progetto anche bambini con disturbi dell'apprendimento, per cui il recupero avviene più a livello di comprensione che non di correttezza o velocità nella lettura. Per molti bambini, leggere è una grandissima fatica, lo sforzo enorme per la decodifica, la discriminazione e la fusione tra loro dei diversi fonemi per comporre le parole, non lascia più nessuna energia e risorsa per la comprensione di quello che si è appena letto.
L’amico di lettura non ferma ogni due parole il bambino per correggerlo ad ogni minimo errore e di solito quando lo interrompe è per fargli un complimento. Ogni tanto, quando sente il bambino stanco ed affaticato nella lettura, trova una scusa per farlo fermare, individua un errore ricorrente e senza dirgli che sta sbagliando, gli spiega che quella cosa suona meglio, è più bella in un altro modo, che se continua così diventerà veramente bravissimo. I rinforzi positivi sono la parte più importante del tempo passato da ogni amico con il suo bambino: mi piace come leggi, perfetto, fantastico, stai diventando sempre più bravo, come sei migliorato, wow, è molto diverso come leggi adesso. Incoraggiamenti e parole che sono una medicina molto potente per bambini abituati ad essere feriti dagli occhi e dalla lingua degli altri bambini, per come leggono in modo stentato, lento, sbagliato, incomprensibile.
Ogni bambino è libero di sbagliare, inventare, segmentare, autocorreggersi, mentre il suo amico di lettura ascolta attentamente. Quando una bambina ha appena letto poche righe, sbagliando un sacco di parole e non capendoci niente, abbassa gli occhi per la vergogna e fa finta di essere annoiata e di non avere proprio voglia, si aspetta tutto, tranne che di sentirsi dire che è stata bravissima e che a quella ragazza che l'ascoltava, piace proprio tanto come legge e che sì, per favore, vorrebbe proprio sapere come continua quella storia e chi è che arriva a salvare la principessa. Sfogliano altre pagine del libro, guardano insieme i disegni, per essere sicure che hanno capito cosa è successo fino a quel punto e poi lei incredula riprende il libro tra le mani e ricomincia a leggere, sentendo che forse non c'è bisogno di inventare le parole o di saltare le righe per arrivare al fondo il prima possibile, che forse può farcela anche lei. Allora si mette il libro nello zaino, un po' preoccupata di dover cercare qualcuno a cui leggerlo prima del prossimo appuntamento. La sua amica di lettura intanto pensa già alla prossima sessione: troverà il libro giusto per quella bambina innamorata dei dinosauri?
Il progetto è strutturato su 2 sessioni alla settimana, per un totale di 30 incontri: ad ogni sessione è previsto che il bambino, porti a casa il libro e lo legga a qualcuno per poi riportarlo la volta successiva. Nonostante i tentativi di promozione e sensibilizzazione al progetto con tutte le famiglie, questo avviene solo in alcuni casi: ci sono quasi ogni volta lunghe trattative telefoniche per convincere mamme e papà a mandare i loro figli, bambini che dicono di non aver trovato nessuno a casa che voleva sentirli leggere, altri che non riportano un libro per settimane ed arrivano con una pila altissima di 10 libri tutti in una volta sola. Qualcosa però succede. Ci sono bambini, la cui lettura diventa lentamente più fluida e corretta, altri che hanno bisogno di un carattere grande e di libri con tanti disegni per non perdersi, altri ancora che non tengono minimamente conto della punteggiatura e del significato del testo ed hanno solo bisogno di andare più piano.
Ogni bambino ha un punto di partenza e un punto d’arrivo differente. C’è chi legge lo stesso identico libro da un mese senza riuscire ancora a capirci niente, chi scappa perché non vuole proprio portarsi a casa quel libro che pure sembrava tanto bello. L’importante è non arrendersi e non perdersi la speranza, sapere che se qualcosa non funziona, a cambiare deve essere il libro o l’approccio dell’amico di lettura e mai il bambino. Intanto un’amica di lettura ascolta soddisfatta la sua bambina: brava, ero proprio sicura che ce l’avresti fatta. A loro è bastato poco per entrare dentro il flow. Qualcun’altro ha bisogno di più tempo. Tempo per sbagliare, tempo per scappare, tempo per dare al suo orgoglio ferito, la forza di trovare il coraggio di riprovarci. Allora si ferma e guarda negli occhi il suo amico di lettura, per capire se vale davvero la pena fare tutta quella fatica: inizierà ad accendersi ed a leggere davvero solo davanti ad occhi pieni di fiducia e di attenzione solo per lui, pieni della certezza, che sì, un poco alla volta, diventerà bravissimo anche lui.