Un giorno ho incontrato un
bambino
e mi è scapato dal cuore:
"ti voglio bene".
Da allora "ti voglio bene" mi
segue,
lo dico senza distinzione
a carcerati, a presidenti,
a ministri, a barboni,
a uomini e donne,
vecchi e bambini
con lo stesso affetto:
"ti voglio bene".
Da allora ho capito che era il mio saluto perché dice quello che provo: "ti
voglio bene". Tutta la notte ho pensato a questo "ti voglio bene" e nella notte ho
pensato che avrei scritto un pensiero da mettere davanti a noi come un ricordo,
come una possibilità di fare altrettanto.
Ernesto Olivero
Ernesto Olivero
Dal Buona Giornata di mercoledì 2 ottobre 2019